Obiettivo Sardegna ha un “obiettivo” far conoscere è promuovere le eccellenze della Sardegna, tutte le cose autentiche e genuine che il territorio offre. Ed è per questo che non possiamo rimanere insensibili alla vista delle riproduzioni delle statue di Mont’e Prama esposte ad Expo 2015.
Le statue de Mont’e Prama sono sculture in pietra arenaria, duttile da scolpire ma allo stesso tempo fragili e soggette all’usura del tempo e della mano dell’uomo.
Anche l’immagine che questi capolavori stà dando al mondo, interessando studiosi e persino il Ministero dei Beni Culturali, generando un grande ritorno mediatico al Sinis e a tutto il territorio di Oristano, può essere danneggiata. Quest’immagine è molto fragile è non può essere rovinata da un uso scorretto.
Questa grande eredità che ci arriva dal popolo degli Shardana, nostri avi, deve essere raccolta, conservata e difesa, essendo un patrimonio incalcolabile per i ritorni economici sul turismo e l’economia del territorio. Chiunque usi e abusi e stravolga l’immagine di queste statue, utilizzandole a suo insindacabile uso personale o commerciale e interpretandone e modificandone l’aspetto, fa un danno a tutto il territorio.
L’utilizzo delle statue esposte a Milano all’interno della grande vetrina mondiale di Expo 2015 ha dato un duro colpo all’immagine reale delle statue di Mont’e Prama.
L’interpretazione dell’autore può essere lasciata ad un suo personale gusto artistico, ma che Pubbliche Amministrazioni, Associazioni di Categoria e Istituzioni, la espongano al pubblico è veramente grave e ancor più grave e che utilizzino soldi pubblici per l’acquisto o il noleggio.
L’uso delle statue originali sarebbe stato, in questo caso, la scelta più giusta e di sicuro ritorno d’immagine, come tante altre opere d’arte in esposizione all’interno di Expo, come quella a cura di Vittorio Sgarbi nel Padiglione Eataly, la mostra “Il tesoro d’Italia”. Una celebrazione della biodiversità culturale italiana, agroalimentare, umana, paesagistica e artistica, voluta dal patron Oscar Farinetti, che ha capito bene come fare comunicazione con l’arte e la cultura. In particolar modo, con le opere degli artisti Vittorio Nocera e Pier Paolo Perretta. O “L’ULTIMA CENA” del Tintoretto esposta nel padiglione della Santa Sede,
oltre ai capolavori artistici e reperti archeologici, esposti nel Palazzo Italia, ultima opera, ma non meno importante, ‘Lo scherzo di ortaggi’ (L’ortolano) dell’Arcibaldo o il TRAPEZHOPOROS, un sostegno di mensa in marmo dipinto del quarto secolo a.C.
Se proprio volessimo esporre delle copie, almeno dovremmo scegliere quelle realizzate da artisti che hanno saputo interpretare fedelmente gli originali, dopo un’attento studio dei reperti archeologici.
Bene ha fatto la Regione Sardegna, nello spazio Istituzionale, presente ad Expo dall’11 al 17 settembre, ad esporre copie digitali in 3D realizzate dal CRS4 e Sardegna Ricerche, che danno una visione realistica degli originali e questo bastava, senza dover ricorrere a delle false e improbabili copie.
Vorrei farvi notare alcuni particolari:
Notate niente? non esiste un’arciere mancino nelle statue recuperate a Mont’e Prama
Non si pretende la finezza dei particolari, che è solo merito dall’abilità dell’artista, ma i colori da dove sono stati ricavati?
Qui sotto gli originali e le loro fini decorazioni
Questa è invece è una riproduzione perfetta, fatta dopo uno studio accurato dei reperti e degli studi sui bronzetti, dall’artista Oristanese Carmine Piras.
Ora andiamo ad osservare il guerriero e il pugilatore: qui l’artista l’ha ingentilito levandogli la spada e mettendogli una bandiera, ma si è dimenticato di toglierli il grembiulino allacciato dietro con un semplice fiocco, (erano dei guerrieri non delle lavandaie) mentre al rude pugilatore gli ha messo la giacchetta con lo spacco dietro tipo frac.
Anche qui le posture, le dimensioni e le posizioni sono state assolutamente ignorate.
Qui le riproduzioni ben interpretate con una minuziosa e rispettosa ricostruzione dei particolari da Carmine Piras.
Spero che quest’articolo abbia chiarito l’importanza di presentarsi al pubblico e ai media nazionali e internazionali in modo corretto, affidando a dei professionisti l’immagine del territorio, evitando l’utilizzo di false riproduzioni che danneggiano gravemente la Sardegna. E’ necessario che ci sia una regia affidata a un responsabile della comunicazione, dell’immagine e del marketing con la supervisione della Soprintendenza Archeologica della Sardegna. Mi auguro di non vedere mai più queste riproduzioni fantasiose, disseminate ormai in ogni luogo, davanti alla Prefettura di Oristano, in centri commerciali, ma soprattutto a Cabras, (esposte anche durante l’affollatissima sagra della bottarga in agosto, dove migliaia di turisti avevano l’opportunità di vedere, nel museo comunale, gli originali), che più di ogni altro luogo dovrebbe preservare l’immagine delle statue come patrimonio culturale della città e del suo territorio. Anche durante le dirette TV del Rally di Sardegna, evento trasmesso in mondovisione, e svoltosi nella penisola del Sinis, le false statue sono state utilizzate dall’amministrazione comunale come simboli da mostrare al mondo, dando così una falsa immagine degli Eroi di Mont’e Prama.
Attendiamo che siano presi provvedimenti su chi abbia deciso ed esposto e con questo danneggiato, un immagine storica, pubblica e patrimonio di tutta la Sardegna e ci auguriamo che qualcuno si faccia promotore di una petizione a tutela dell’immagine di Mont’e Prama.
Bruno Atzori
Le immagini di Expo sono tratte da: http://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/15_settembre_12/gallery-sardegna-statue-giganti-musiche-popolari-3680656e-5967-11e5-bbb0-00ab110201c3.shtml
Le foto degli originali e delle riproduzioni delle statue di Carmine Piras sono di: Ph. © Bruno Atzori
Le foto delle statue originali sono state realizzate nel centro di restauro di Li Punti grazie all’autorizzazione della Soprintendenza Archeologica della Sardegna
Caro Bruno, con me sfondi una porta aperta. Sono d’accordo con te su tutto. Tempo fa ho polemizzato, e sono stato accusato di limitatezza di vedute, su un prodotto da fast food che raffigurava una statua, non gigante come da tutti, impropriamente, definita, di Monte Prama. Purtroppo nessuno, a parte persone sensibili e attente come te, si preoccupa di difendere un patrimonio che, se ben gestito, potrebbe rappresentare una rivalsa economica importantissima per tutto il territorio. Chi per primo dovrebbe insorgere, parlo degli amministratori cabraresi e oristanesei, in primis i politici, di qualunque colore e appartenenza, eletti nella nostra provincia, non lo fa. E per questo è ancor più colpevole. Finirà che le statue, anziché rappresentare la grandezza degli uomini che ci hanno preceduti, diventeranno la coperta, ridicolizzata, buona per tutte le stagioni. Non dobbiamo demordere, caro bruno, e continuare, da ogni pulpito disponibile, a denunciare questo uso scorretto e distorto dei nostri simboli più importanti e rappresentativi della sardità autentica.