La famiglia Cella

VITE D’ESSENZA

Progetto “Memorie di vite”

Il territorio, questa è la parola chiave che la nuova cantina Quartomoro, azienda vitivinicola fondata da Luciana Baso e Piero Cella con i figli Alberto e Violante, nel 2013 ad Arborea e con la nuova cantina, in località Is Bangius alle falde del Monte Arci nel comune di Marrubiu poco più di un anno fà.

Le terre vulcaniche, il clima favorevole, la presenza a pochi passi di distanza, delle rovine delle terme romane di Is Bangius, la presenza nella zona di altre aziende di produzione agroalimentare di eccellenza, hanno determinato la scelta di Is Bangius come luogo ideale per avviare il progetto “Vite d’essenza” nel contesto del progetto “Memorie di Vite”, dove vengono allevati Vermentino, Vernaccia, Nuragus, Semidano, Arvisionadu, Nasco, Cannonau, Bovale, Muristellu, Carignano, Cagnulari, Monica.

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L’azienda fondata nel 2013, ha da subito avviato il progetto di custodire una piccola parte della produzione per costruire la memoria che caratterizza l’evoluzione di un vino nel tempo e il suo equilibrio.

Oltre a produrre ottimi vini, la cantina Quarto Moro è un laboratorio, dove si sperimentano e si recuperano antichi vitigni, ma anche fattoria didattica per insegnare ai bambini l’amore per la terra.

Il 17 marzo, si è tenuto un’incontro, dedicato agli esperti del settore per intraprendere un viaggio attraverso i vitigni più significativi del nostro territorio, per scoprire gli aspetti evolutivi e apprezzare gli effetti del tempo.

Come sostiene la “Cella Family” la longevità del vino è un valore aggiunto, espressione dell’essenza che dalla terra passa attraverso la pianta e caratterizza in modo unico cio che ritroviamo nel calice.

Il Vigneto

La giornata inizia con una passeggiata fra i filari alla scoperta del vitigno Bovale, fra i campi pronti ad accogliere nuovi impianti di Vermentino, Bovale, Vernaccia e altre viti autoctone.

Il momento più emozionante è la visita al “Vigneto delle Memorie” un progetto di valorizzazione e ricerca voluto da Piero Cella, con il supporto dell’AGRIS, dove sono state messe a dimora ben cinquanta varietà di vite, per permettere sperimentazioni con micro vinificazioni. Un progetto che vuole essere un vigneto a scopo didattico, culturale ma anche turistico, unico nel suo genere nel territorio sardo e nazionale.

Dalla vigna alla degustazione, il passo è breve, ma il tempo passato è lungo e ora gusteremo il lavoro della passione e del tempo.

La degustazione

La degustazione è guidata da Giuseppe Carrus, noto giornalista del Gambero Rosso ed esperto degustatore, che ci accompagna alla scoperta di aromi e sentori particolari e unici di ogni vino.

Molti sono gli interventi dei presenti, tutti esperti nel mondo del vino, sommelier, giornalisti, ristoratori, esperti di comunicazione e bolgger che con le loro osservazioni, sottolineano ed esaltano ogni minima sfumatura di colore, gusto e profumo.

La prima degustazione è un Vermentino Metodo Classico il Q brut 2018 e Q66 del 2012 sui lieviti sboccato da 8 mesi.

La regola consiglia di bere gli spumanti entro due anni dalla produzione, ma l’eccezione è sicuramente il Q66 che a distanza di dieci anni conserva ancora i suoi profumi e una spiccata personalità di vino maturo, una degustazione questa che dimostra come un’invecchiamento programmato, possa far esprimere sentori inaspettati.

Segue una degustazione del VRM da uve Vermentino, delle annate 2012 – 2014 – 2016 che conferma l’evoluzione dei sentori e dei profumi anche nei vini bianchi fermi, dando ai vini una personalità inaspettata ma voluta e ricercata da Piero Cella.

Passiamo ora alla degustazione del Bovale, vino rosso dal forte carattere, proveniente da un’antica vigna su terreno sabbioso vicino al mare di Marceddì.

I tre vini in degustazione sono il BVL annate 2012 – 2014 – 2016 e quì il rosso esprime tutta la sua personalità con una struttura, un corpo e i suoi profumi sempre in evoluzione a secondo delle annate.

Non capita mai di mettere a confronto lo stesso vino con annate diverse, ma la cantina Quarto Moro e col suo progetto, “Memorie di Vite” ne ha fatto un suo preciso obiettivo.

Abbinamento al cibo

I buoni vini devono essere accompagnati da buoni e genuini cibi ed è per questo che per l’abbinamento del Vermentino Metodo Classico Q e Q66 abbiamo gustato i salumi dell’azienda Monte Arci di Is Bangius con la sua Mustela, una salsiccia al Mirto e un lardo aromatizzato sempre al Mirto, accompagnato da un ottimo pane carasau e da una selezione di formaggi del Caseificio Murgia Formaggi, che mi ha sorpreso per la sua ampia produzione e per la sua ottima qualità.

Per la degustazione dei Vermentini “Memorie di vite VRM” abbiamo degustato dei fantastici piatti del ristorante “ERAORA” di Arborea con preparazioni a base di prodotti del territorio e con l’uso sapiente delle erbe di campo.

Sformatini di polenta, Lasagnetta con borragine, stracotto di manzo, e tante specialità che vi consiglio di degustare al ristorante di Marcella Frau in Loc. Luri ad Arborea.

Sono poche le cantine che conservano i loro vini per l’invecchiamento, le aziende vinicole scelgono spesso di comercializare subito i loro vini, liberando le cantine per accogliere le nuove produzioni, ma ora vi sono dei ristoratori attenti, che investono in vini selezionati e li conservano nelle loro cantine, veri e propri caveau di migliaia di etichette, per offrire ai propri clienti delle emozioni degustative inattese.

Un plauso a Luciana Baso che insieme al marito Piero hanno fondato la cantina Quarto Moro e con il figlio Andrea che ora dedica tutta la sua passione in questa azienda.

Bruno Atzori

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