L’eno-gastronomia della Sardegna al Vinitaly – I formaggi

Pastori, mandrie, greggi e formaggi ovini, caprini, vaccini e erborinati.

Si inizia Domenica mattina con la degustazione di formaggi condotta da Pier Paolo Fiori, Agris Sardegna e Michele Cherchi esperto di formaggi e proprietario di una bottega storica di eccellenze alimentari sarde a conduzione familiare, Salsamenteria Cagliari https://www.facebook.com/SalsamenteriaCagliari
La degustazione guidata di vini è stata abbinata ai prodotti della grande tradizione casearia sarda con formaggi di latte di pecora, capra e vacca e con formaggi di pecora e capra realizzati con spezie ed erbe spontanee della Sardegna.

Si inizia con il GRAVIERA DI OZIERI, un formaggio semistagionato di latte vaccino da razza Bruno-Alpina accompagnato da un Carignano del Sulcis, il Tabarka un grande rosso della cantina Tanca Gioia.

Come secondo formaggio, Michele Cherchi ha presentato il Pecorino di Osilo dei f.lli Altea, presidio Slow Food, realizzato con una forma caratteristica che rimane più piccola e più alta dello standar, con un anno di stagionatura, abbinato al vino Angraris, Mandrolisai Doc Superiore della cantina Fradiles di Atzara.

A seguire è stato servito “Sa Marchesa” Fiore Sardo di Giuseppe Cugusi stagionato 26 mesi.

Sa Marchesa Pecorino da tavola

Sa Marchesa Fiore Sardo di Giuseppe Cugusi è un pecorino da tavola fatto di latte non pastorizzato lavorato a crudo. Non ci sono conservanti né additivi. Il caglio è di vitello, si mangia fresco, magari da solo o accompagnato da fichi maturi, uva, pomodoro e il prosciutto.

Se leggermente stagionato si sposa bene con la mostarda di frutta, con il miele, ma anche con le pere e con le noci.

Dall’azienda Mannalita di Oliena di Danilo Farina, è stato degustato un rotolino di formaggio di capra ricoperto alle erbe di Timo e Rosmarino.

L’azienda Giuseppe Gugusi di Fordongianus, sempre alla ricerca di nuovi gusti, ha trovato ispirazione dal formaggio francese Mordiè creando un formaggio di pecora, che pascolano libere in terreni ricchi di piante di mirto, di cui sono ghiotte e che influenza il sapore del latte e in più viene confezionato con un sandwich di crema di mirto. Un formaggio che ha richiesto lunghi anni di studio e di prove e grazie all’aiuto dell’Agris, che ha fornito il supporto delle analisi chimiche, arrivando così ad un prodotto unico ed eccezzionale.

Sono stati degustati altri due formaggi, sempre dell’azienda Cugusi, il “Barone” al timo selvatico di Gavoi e l’Azzone formggio affumicato con legno di olivastro, mirto e lentischio.

Dell’azienda Rino Farci di Escalaplano è stato presentato “Axridda” un pecorino, trattato come il formaggio di fossa, è stato stagionato protetto prima con un olio di lentischio e poi protetto con un rivestimento con polvere d’argilla.

La degustazione è stata abbinata sia ad un Vermentivo che a un rosso Carignano del Sulcis superiore, il Terre Brune della cantina Santadi.

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